Una nuova Region AWS in Italia: quali opportunità per le aziende italiane? Ormai da tempo si parla molto della nuova Region che nella prima metà del 2020 AWS aprirà in Italia. Amazon Web Services è il primo tra i provider leader del mercato del Public Cloud a decidere di ampliare la propria infrastruttura globale con una presenza fisica nel nostro paese. Perchè le aziende italiane dovrebbero guardare a questa notizia con un occhio di riguardo? Quali scenari si aprono per i business con una forte componente tecnologica? Approfondiamo insieme gli aspetti strategici, tecnici e legali legati all’apertura della nuova AWS Region in Italia, delineando quali opportunità si prospettano.

Un rapido sguardo all’infrastruttura globale di AWS

Tra i punti di forza di Amazon Web Services c’è sicuramente la sua imponente infrastruttura globale che, al momento, può contare su 23 Region sparse in ogni angolo del globo. L’AWS Region in Italia, come tutte le altre Region, sarà formata da multiple Availability Zone: le AZ sono gruppi di data center distinti, situati in location geografiche separate, interconnessi tra loro da collegamenti dedicati a bassissima latenza. La separazione fisica tra le diverse Region e tra Availability Zone, in aggiunta all’assenza di Single-Point-of-Failure, garantisce la massima resilienza dell’infrastruttura di AWS: eventuali guasti avvengono su porzioni isolate dell’infrastruttura, dove ogni elemento è ridondato, così che - nella stragrande maggioranza dei casi - l’utente finale non si accorge di nulla.

Come il Cloud di AWS aiuta la strategia IT delle aziende

Fino ad oggi non c'è stata la presenza sul territorio italiano di un Public Cloud Provider e i player tradizionali hanno usato la parola “Cloud” principalmente a fini di marketing, continuando a proporre servizi che non sono in linea con i requisiti indicati dal NIST per potersi definire propriamente Cloud. In molti casi potrebbe non essere un problema: ci sono sistemi IT tradizionali che sono andati avanti così per anni e per molto tempo ancora continueranno a funzionare in questo stesso modo. Ma, se stiamo delineando una strategia IT di lungo termine, partire subito in logica Cloud-native ci mette al sicuro dal dover pensare in un futuro più o meno prossimo ad una migrazione in Cloud. Ci sono infatti molti ambiti in cui il Cloud è una scelta strategica che abilita il modello di business. Gli e-commerce, per i quali è richiesta una grande scalabilità, o il mondo dell’Industry 4.0, con enormi moli di dati da raccogliere, memorizzare e analizzare in real-time, sono solo due degli esempi più diffusi. Inoltre il Cloud rende veloce ed economica la realizzazione di proof-of-concept di progetti innovativi, grazie alla disponibilità di servizi di alto livello erogati in modalità PaaS. Il catalogo di AWS ne offre in ogni ambito, dall’analisi dei dati all’intelligenza artificiale e al Machine Learning. Questo approccio di prototipazione rapida è reso possibile dal paradigma Cloud che elimina la necessità di investimenti iniziali, e rappresenta senza dubbio la via più veloce per verificare la validità di un’idea: con beSharp abbiamo realizzato negli anni numerosi progetti pilota che sono diventati nel tempo asset aziendali di enorme valore.

Aspetti tecnici nella scelta di una Region AWS

Le Region di AWS sono tutte uguali? Si e no: per ciascuna di esse cambia l’elenco dei servizi disponibili. Qui è importante ricordare che, nel momento in cui “accendiamo” un servizio di AWS, per prima cosa scegliamo la Region in cui istanziarlo. Dal 2006 AWS ha aumentato sia il numero di Region che quello di servizi offerti. Al momento del lancio di ciascuna Region, i servizi disponibili sono un sottoinsieme più o meno esteso del totale di quelli offerti da Amazon Web Services. Specularmente, i nuovi servizi vengono rilasciati in un primo momento nelle Region "di riferimento", che sono anche le più grandi, per l’Europa in Irlanda (eu-west-1), e poi gradualmente nelle altre. Quali servizi saranno disponibili al momento del lancio della AWS Region in Italia e quando verranno rilasciati tutti gli altri non è dato saperlo - AWS è molto gelosa della sua roadmap - ma possiamo supporre che, analogamente a quanto successo con il lancio della Region di Francoforte prima e di Parigi poi, tutti i building block fondamentali saranno presenti, mentre è possibile che il rilascio dei servizi più giovani e di quelli di più alto livello sarà posticipato nel tempo. Un altro dettaglio non propriamente tecnico legato alla disponibilità di un servizio è il suo prezzo, che varia di Region in Region: la differenza di costi può arrivare fino al 15% e quindi, specie su grandi volumi, è sicuramente un fattore da considerare. Ma la differenza maggiore tra le Region ed il principale criterio di scelta dal punto di vista tecnico è sicuramente la latenza, che cresce in funzione della distanza tra l’utente e l’ubicazione fisica del data center di Amazon Web Services. La latenza influenza direttamente le performance di numerose applicazioni: la vicinanza alla sede fisica della Region diventa un fattore importante per tutto quello che richieda real-time processing dei dati, come molte piattaforme Industry 4.0, live streaming di contenuti digitali e on-line gaming. Per questi particolari ambiti, la nuova AWS Region in Italia diventa un game changer.

Obblighi reali e convinzioni diffuse: cosa dice la legge?

Uno delle motivazioni più diffuse per chi non ha ancora scelto il Cloud pubblico riguarda eventuali limitazioni sulla territorialità del dato per ragioni legali e di compliance. Qui non prenderemo in esame queste ultime, perchè variano moltissimo di caso in caso e sono legate a scelte di politica aziendale, che non sono influenzate dalle leggi in vigore. Se parliamo però di aspetti strettamente legali, le uniche fonti da considerare sono il GDPR e il Codice dell’Amministrazione Digitale. Il GDPR, in vigore dal 25 maggio 2018, ha sostituito tutte le normative nazionali in materia di privacy e trattamento dei dati personali. Ha forza in tutto lo Spazio economico europeo (27 stati membri dell'Unione Europea più Islanda, Liechtenstein e Norvegia) e prevede che in tutto il territorio di suo interesse i dati personali possano circolare liberamente (sono dati personali le informazioni che identificano o rendono identificabile, direttamente o indirettamente, una persona fisica e che possono fornire informazioni sulle sue caratteristiche, le sue abitudini, il suo stile di vita, le sue relazioni personali, il suo stato di salute, la sua situazione economica, ecc.. Leggi qui la definizione del Garante della Privacy). Non c’è quindi alcuna differenza nel memorizzare i dati personali di cui si è Titolari o Responsabili del Trattamento in Italia invece che in un qualsiasi stato che appartenga allo Spazio Economico Europeo. C’è un solo caso particolare che fa eccezione rispetto a quanto detto, ed è quello dei dati di proprietà della Pubblica Amministrazione. Infatti, secondo l’art 10 del D. Lgs. 42/2004, tutti i documenti di appartenenza dello Stato (gli archivi e i singoli documenti), senza distinzione tra quelli cartacei e digitali, sono beni culturali e per questi vige l’obbligo di conservazione materiale sul territorio italiano, secondo quanto stabilito dall’articolo 9 comma 2 del D.P.C.M. del 3 dicembre 2013. Da qui è evidente come l’apertura di una Region AWS Italiana possa diventare un asset strategico inestimabile non solo per la nostra PA e per tutti i servizi smart che eroga, ma anche per tutte quelle aziende che si occupano di conservazione sostitutiva, per le quali vigono gli stessi obblighi e che, fino ad oggi, si sono dovute accontentare dei servizi informatici messi a disposizione dai provider certificati AGID. Anche in questo fronte AWS si è portata avanti e risulta accreditata come possibile fornitore della Pubblica Amministrazione italiana: i servizi IaaS, PaaS e SaaS di Amazon Web Services sono regolarmente censiti sul portale dell’Agenzia per L’Italia Digitale. Un ultimo aspetto, a cavallo tra il tecnico e il legale riguarda la giurisdizione dei dati su AWS: sebbene Amazon Web Services sia una company americana, le leggi e i regolamenti a cui fare riferimento sono quelli del paese in cui si trovano i data center della Region in cui ci sono i dati. Questi ultimi non sono automaticamente replicati tra Region, a meno che non sia l’utente a richiederlo. Ergo, finché non saremo noi a decidere di copiare i dati al di fuori del territorio italiano, saremo sicuri che questi rimangano compliant con le normative in vigore nel nostro paese.

La region AWS in Italia in sintesi

La nuova Region AWS in Italia rappresenta una grande opportunità per le aziende italiane che operano negli ambiti più all’avanguardia, che richiedono basse latenze e servizi di alto livello rapidamente implementabili. Contemporaneamente, abilita all’utilizzo dei servizi di AWS l’intera Pubblica Amministrazione, le aziende del suo indotto e chi si occupa di conservazione sostitutiva, per i quali viene finalmente soddisfatto il vincolo di territorialità del dato. In ultimo, non possiamo che sottolineare come la presenza di AWS con sul nostro territorio, con una struttura commerciale che si è ingrandita nel tempo unita all’organizzazione di eventi come i Summit e i Transformation Day, abbia portato ad una diffusione via via crescente della cultura Cloud, una mission che come beSharp portiamo avanti da anni: siamo sicuri che l’apertura della Region AWS in Italia sarà un ulteriore passo in avanti per sensibilizzare gli utenti e le imprese del nostro paese sulle best-practice tecnologiche in uso presso le aziende più innovative del mondo.
Alessandro Molina
COO e co-fondatore di beSharp, mi occupo di comunicazione, marketing e degli aspetti di business legati alle scelte tecnologiche.Appassionato di informatica e di musica, non mi perdo una gara di Formula Uno!

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